AL SERVIZIO DI LAVORATORI E IMPRESE

Semplifichiamo l’occupazione transfrontaliera

Euradria contribuisce a migliorare l’occupazione nella regione transfrontaliera tra Italia e Slovenia e mira ad aumentare da un lato le opportunità di impiego per i lavoratori e dall’altro il processo di ricerca di personale adeguato per i datori di lavoro.

LAVORO AGRICOLO E STAGIONALE

Premessa:

“La Sede del Patronato INAS Slovenia è situata a ridosso del territorio Collio Goriziano/ Goriška Brda. Territorio con particolarmente favorevole alla viticoltura e sono numerose quindi le aziende sia italiane che slovene che producono vino. La bellezza del territorio, nonché la presenza di luoghi di interesse storico ha portato  anche allo sviluppo di attività legate al turismo ed accoglienza.

Parte degli assistiti che storicamente si rivolgono ai nostri sportelli, sono lavoratori residenti in Slovenia e occupati in Italia nel settore agricolo, come operai agricoli assunti a tempo determinato o indeterminato, abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla tutela previdenziale di questi lavoratori, fornendo assistenza qualificata con l’accoglimento dei lavoratori nel nostro infodesk ed eventi in loco.”

I lavoratori agricoli sono soggetti a una normativa in parte diversa rispetto a quella prevista per la generalità dei lavoratori dipendenti. Le peculiarità e le esigenze del settore agricolo – caratterizzato, più di ogni altro, dall’influenza degli agenti atmosferici e dalla stagionalità dei prodotti, fa si che anche il mercato del lavoro agricolo ha assunto una propria specificità, con una netta prevalenza di contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato, a cui si accompagna una forte presenza di operai, che rappresentano ancora oggi la maggioranza dei lavoratori impiegati nel settore.

L’aspetto previdenziale dei lavoratori agricoli subordinati è, in via generale, analogo a quello dei lavoratori dipendenti gestito dall’Inps, ma presenta alcune particolarità per quanto riguarda gli operai agricoli, per esempio l’estratto contributivo è espresso in giornate.

Un anno di contributi, per i lavoratori agricoli si raggiunge, ai fini del diritto e della misura della pensione di vecchiaia, invalidità e superstiti con 270 giornate annue di contribuzione effettiva, volontaria o figurativa. Per l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata o di anzianità invece basano 156 giornate l’anno. Si tratta quindi di due differenti coefficienti di trasformazione da giornate in settimane contributive per la verifica di accesso alla pensione anticipata si rapporta 52 settimane con 156gg: una giornata corrisponde a 0,333 settimane, mentre per la pensione di vecchiaia, invalidità e superstiti,  si rapportano 52 settimane con 270 gg:una giornata corrisponde a 0,19259 (coefficiente che comunque viene utilizzato per calcolare la misura della prestazione). Se il lavoratore, nell’anno, possiede anche contributi non agricoli, non può comunque contare più di 52 settimane. In pratica, se possiede già 270 giornate, non può contare alcun contributo aggiuntivo; se ne possiede di meno, i contributi extra agricoli possono essere aggiunti per la differenza, fino ad arrivare a 52 settimane.

In base alla durata del rapporto di lavoro e alle mansioni, si distinguono le seguenti qualifiche di lavoratori agricoli:

  • otd (braccianti agricoli o giornalieri di campagna): lavoratori assunti per lavori breve durata, a carattere saltuario o in sostituzione di operai con diritto di conservazione del posto;
  • oti (salariati fissi) assunti con contratti di lavoro a tempo indeterminato;
  • compartecipanti individuali o familiari: lavoratori che, individualmente o con il proprio nucleo familiare, si assumono l’obbligo di coltivare in compartecipazione un terreno altrui. Non c’è assunzione ma stipula di un contratto;
  • piccoli coloni: lavoratori che costituiscono, in fondi che non richiedono giornate di lavoro superiori alle 119, un rapporto di lavoro di natura associativa, avente per oggetto la conduzione del fondo o l’allevamento del bestiame;
  • piccoli coltivatori diretti: proprietari di terreni che si distinguono dai coltivatori diretti perché i terreni necessitano meno di 104 giornate di lavoro annue.

Il lavoro agricolo è riconosciuto come lavoro “gravoso”

La categoria dei lavori gravosi è stata declinata dalla Legge 232/2016 (la cd. finanziaria 2017) a seguito del confronto tra governo e parti sindacali per dare un ristoro parziale ai soggetti che hanno svolto nelle propria vita lavorativa lavori particolarmente difficoltosi e rischiosi a partire dal 1° maggio 2017. I benefici si sono via via irrobustiti nel corso degli anni.

Il legislatore italiano ha aggiunto dal 2018 (Legge n. 205/2017) nell’elenco dei lavori così detti gravosi:

  • operai agricoli specializzati: si tratta di coloro che pianificano ed eseguono tutte le operazioni necessarie a coltivare prodotti agricoli destinati al consumo alimentare e non, rendendo produttive colture in pieno campo, coltivazioni legnose, vivai, serre ed orti stabili;
  • operai specializzati della zootecnica: si tratta di coloro che si occupano della cura, della alimentazione e della custodia di animali da allevamento, per produrre carne o altri prodotti destinati al consumo alimentare, o alla trasformazione e produzione industriale
  • operai agricoli non specializzati: si tratta di coloro che curano e mettono a produzione in modo non specialistico o univoco una o più tipologie di coltura e di allevamento;
  • operai non qualificati nell’agricoltura e nella manutenzione del verde;
  • operai non qualificati addetti alle foreste, alla cura degli animali, alla pesca e alla caccia.

Le categorie dei lavoratori “gravosi” godono (oltre che dell’ape sociale accessibile solo ai residenti in Italia)  agevolazioni all’accesso alla pensione anticipata per il lavoro precoce  e della dispensa dall’adeguamento all’aspettativa di vita (vedi guida all’accesso a pensione preparata per Euradria 2021/22).

La disoccupazione degli operai agricoli a tempo determinato occupati in Italia

Hanno diritto alla disoccupazione agricola ordinaria:

  • gli operai a tempo determinato (OTD): sono i lavoratori assunti alle dipendenze di aziende agricole per lavori di carattere stagionale o comunque di breve durata.

Nel loro contratto di assunzione è già stabilita la fine del rapporto di lavoro ed il numero di giornate che, in via previsionale, saranno lavorate. Sono anche detti giornalieri di campagna.

Anche i lavoratori subordinati residenti in Slovenia, sono soggetti all’obbligo assicurativo per la disoccupazione ed i trattamenti di famiglia per periodi di lavoro in agricoltura di natura stagionale.

Domanda

La domanda di indennità di disoccupazione agricola deve essere presentata in via telematica all’INPS  tra il 1° gennaio ed entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione, pena la decadenza dal diritto. Per esempio, per l’indennità relativa all’anno 2022, va fatta richiesta entro il 31 marzo 2023.

Requisiti

I requisiti richiesti per aver diritto all’indennità di disoccupazione sono:

  •  iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli relativi all’anno per il quale è richiesta l’indennità
  • due anni di anzianità assicurativa
  • almeno 102 contributi giornalieri nel biennio formato dall’anno in al quale l’indennità si riferisce a quello antecedente.

Durata

La disoccupazione agricola è indennizzata per il numero di giornate effettivamente lavorate nell’anno di riferimento così come riportate negli appositi elenchi annuali degli operai agricoli dipendenti. Tale numero non può, comunque, essere superiore alla differenza tra il parametro fissato dalla legge (365 o 366 per gli anni bisestili) e le giornate di effettiva occupazione (attività agricola e non agricola), prestate nell’anno di riferimento.

Partner coinvolti

Euradria è un progetto che coinvolge
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