Contrasto al lavoro sommerso – #EU4FAIRWORK – #Rights4AllSeasons

A livello europeo e internazionale molte organizzazioni, organismi e agenzie sono impegnate nella lotta, nell’analisi e nel monitoraggio del lavoro sommerso.

La Commissione europea, la Confederazione europea dei sindacati (CES), l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), l’Autorità europea del lavoro (ELA), l’Agenzia di informazione dell’Unione europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) sostengono i Paesi nella raccolta di dati, nella definizione di misure politiche, nella pianificazione di campagne informative, nella realizzazione di programmi e iniziative per rendere possibile il passaggio al lavoro dichiarato:

LA PREVENZIONE, IL DIALOGO SOCIALE E LA PRESENTAZIONE DI ALTERNATIVE CONCRETE E POSSIBILI GIOCANO UN RUOLO FONDAMENTALE.

A livello europeo, il lavoro sommerso è definito come “qualsiasi attività retribuita lecita per quanto riguarda la sua natura, ma non dichiarata alle autorità pubbliche, tenendo conto delle differenze nei sistemi normativi degli Stati membri”.

Inoltre, ci sono quattro priorità strategiche europee per affrontare il lavoro sommerso:

  1. cooperazione e azione congiunta
  2. apprendimento reciproco
  3. aumento delle conoscenze
  4. comunicazione e rendicontazione

IL LAVORO SOMMERSO PUÒ PRESENTARSI SOTTO DIVERSE FORME

  • Il tipo più comune è il lavoro svolto in un’impresa formale, parzialmente o totalmente non dichiarato. Il lavoro parzialmente sommerso è talvolta chiamato anche “lavoro sommerso“, “salario in busta” o “contanti in mano“;
  • Un altro tipo di lavoro è il “conto proprio” o lavoro autonomo non dichiarato, in cui i lavoratori autonomi forniscono servizi a un’impresa formale o ad altri clienti, come le famiglie;
  • Il lavoro sommerso è presente in tutti i tipi di settori economici, sia all’interno dei Paesi che al di là delle frontiere. Spesso viene svolto in settori come l’edilizia, i lavori di ristrutturazione o riparazione, il giardinaggio, le pulizie, la fornitura di servizi di assistenza all’infanzia, l’assistenza domestica e personale o l’HORECA (Hotel / Restaurant / Catering – servizi di ristorazione).
dalla campagna #EU4FAIRWORK – autrice: Giulia Cobol, Trieste (Italia)

IL LAVORO NERO È UN PROBLEMA DI TUTTI

All’interno di ciascun Paese, la responsabilità principale di affrontare il lavoro sommerso spetta alle autorità nazionali. La lotta al lavoro sommerso si basa principalmente su tre tipi di organismi di controllo:

  • Ispettorati del lavoro che si occupano di comportamenti abusivi riguardo alle condizioni di lavoro e/o alle norme di salute e sicurezza;
  • Ispettorati della sicurezza sociale che combattono le frodi sui contributi sociali;
  • autorità fiscali che si occupano di evasione fiscale.

Inoltre, in alcuni Stati membri, sono coinvolte in questi compiti anche le parti sociali, le autorità doganali, gli organismi di immigrazione, la polizia e la procura.

Negli ultimi dieci anni, tutti gli Stati membri hanno introdotto diverse misure per intensificare gli sforzi nella lotta al lavoro sommerso, viste le sue conseguenze negative. La maggior parte di esse riguarda misure di dissuasione per influenzare il comportamento delle persone con sanzioni più severe o concentrandosi su ispezioni più efficaci. Inoltre, gli Stati membri utilizzano misure preventive come:

  • incentivi fiscali
  • amnistie
  • sensibilizzazione

per diminuire l’incidenza del lavoro sommerso e facilitare il rispetto delle norme esistenti.

IL PARTENARIATO EURADRIA È AL FIANCO DI LAVORATORI E DATORI DI LAVORO PER COMBATTERE IL SOMMERSO: IL CONTESTO TRANSFRONTALIERO

A partire dal 2019, Euradria ha deciso di dedicare uno spazio alla raccolta di dati sul lavoro sommerso nella regione di confine tra Italia e Slovenia, al fine di comprendere meglio la portata del fenomeno.

Alla fine dello stesso anno, un’analisi specifica è stata condotta dall’INCA, un patronato già partner del progetto, attraverso il supporto della rete degli InfoDesk e dei Servizi pubblici per l’impiego nell’ambito degli eventi di reclutamento.

In particolare, è stato messo a disposizione delle persone in cerca di lavoro e dei lavoratori frontalieri un questionario anonimo per raccogliere una prima serie di dati per identificare:

  • la composizione del gruppo target (sesso, età, residenza, livello di istruzione)
  • i settori in cui si verificano le principali violazioni
  • la responsabilità del lavoro irregolare (responsabilità del datore di lavoro o scelta personale?).

Il questionario ha coinvolto 300 lavoratori che si spostano nell’area transfrontaliera per motivi di lavoro, come persone in cerca di occupazione e lavoratori frontalieri,

La raccolta dati, inclusa in una relazione finale sul lavoro irregolare, è stata presentata pubblicamente a Capodistria (Slovenija) il 18 dicembre 2019, mostrando i seguenti risultati:

  • in merito alla RESIDENZA:
in Italia25%
in Slovenia56%
in altri Paesi (Croazia, Bosnia e Herzegovina, Serbia, Kosovo)19%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – RESIDENZA
  • in merito al GENERE:
Donne48%
Uomini52%
Altro0%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – GENERE
  • in merito all’ETA’:
15-34 anni19%
35-49 anni52%
età superiore ai 50 anni29%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 INCA SLO (VP/2018/007) – ETA’
  • in merito al LIVELLO DI ISTRUZIONE (ISCED):
Basso (ISCED level 1)9%
Medio (ISCED levels 2, 3, 4, 5)80%
Alto (ISCED levels 6, 7, 8)11%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 INCA SLO (VP/2018/007) – ISCED
  • in merito alla CONDIZIONE DI LAVORO riportata (anche come esperienza passata):
Regolare45%
Irregolare32%
Non risponde23%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – CONDIZIONI DI LAVORO DICHIARATE
  • in merito ai SETTORI ed ai PROFILI PROFESSIONALI segnalati:
Costruzioni (NACE F)– Muratori
– Saldatori
– Operai edili generici
– Piastrellisti
– Elettricisti
– Idraulici
Personale domestico; attività in famiglie (NACE T)– Babysitter
– Collaboratori/trici domestici/e
– Badanti e assistenti alla persona
Agricoltura, silvicoltura e pesca (NACE A)– Seasonal workers
– Occasional jobs
– Gardeners
Attività di accoglienza e ristorazione (NACE I)– Chef/Cuochi
– Baristi
– Lavapiatti
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli (NACE G)– Assistenti di negozio
– Meccanici
– Gommisti
– Carrozzieri
Trasporti e magazzinaggio (NACE H)– Magazzinieri
– Autotrasportatori
– Autisti
Salute e attività di assistenza sociale (NACE Q)– Infermiere/i
Altre attività nei servizi (NACE S)– Parrucchiere/i
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – SETTORI E PROFILI PROFESSIONALI
  • in merito ai MOTIVI DEL LAVORO IRREGOLARE:
– Guadagni
– Pensione
– Indennità di disoccupazione
– Disoccupazione
– Doppio lavoro
– Lavoro occasionale
– Lavoro su chiamata
– Impossibilità di trovare un lavoro regolare
– È richiesta un’esperienza lavorativa
– Applicazione parziale (20-40 ore e oltre)
– Permesso di soggiorno
– Sostituzione di un collega
– Accordo con il datore di lavoro
– Contratto in sospeso
Qui una panoramica sulle ragioni/motivazioni del lavoro nero, così come sono state dichiarate dai lavoratori intervistati e dalle persone in cerca di lavoro, anche sulla base delle loro opinioni personali riguardo alla “convenienza percepita” del lavoro nero (non perdere i benefit, minore tassazione,…)
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – MOTIVI DEL LAVORO IRREGOLARE

Oltre ai settori e ai profili professionali più rilevanti, ne sono stati rilevati altri minori: istruzione, sicurezza, pulizie, assicurazioni, immobiliare, industria. Per quanto riguarda i profili professionali: operatori di call center, lavoratori bancari, portieri notturni, custodi e anche un Dottore in Lingue.

  • in merito alle VIOLAZIONI PIÙ COMUNI DEI DATORI DI LAVORO:
– Salario minimo
– Orario di lavoro
– Pagamenti irregolari
– Straordinari, in particolare lavoro notturno
– Contratti a tempo determinato, rinnovi
– Contratti di collaborazione
– Disparità salariale (settore marittimo/navale)
– Regole “speciali” non convenzionali all’interno di settori specifici (ad esempio: edilizia e “settimana lavorativa dell’edilizia”, dove in caso di maltempo non si lavora, senza retribuzione)
– Malattia, licenziamento
Qui una panoramica delle violazioni più comuni segnalate dai lavoratori intervistati, sulla base della loro esperienza personale
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – VIOLAZIONI PIÙ COMUNI DEL DATORE DI LAVORO

Infine, una domanda più generale sulla conoscenza della normativa europea sul lavoro sommerso e su come denunciare il lavoro nero e chi contattare per la tutela dei propri diritti:

Conosci la legislazione sul lavoro dell’UE?Sai come denunciare il lavoro nero e a chi rivolgerti per la tutela dei tuoi diritti?
Si 23%Si 51%
No 77%No 49%
Rapporto di raccolta dati sul lavoro irregolare 18.12.2019 SLO INCA (VP/2018/007) – LEGISLAZIONE E DIRITTI DELL’UE

Il questionario è tutt’ora disponibile ed accessibile attraverso la sezione del portale chiamata Dì La Tua.

È disponibile in italiano e sloveno (la versione inglese è in arrivo).

Il questionario è anonimo.

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